Un intellettuale polacco in una recente invervista ha affermato, che il suo governo ha tolto la pensione ai combattenti antifranchisti superstiti della guerra di Spagna, bollandoli come traditori della patria.
Ora non solo chi ha partecipato a quella sfortunata avventura, ma anche soltanto chi ha letto “Omaggio alla Catalogna”di Orwell, sa che questo giudizio è un insulto alla verità storica.
A meno che per patria si intenda non la terra dei padri, ma la terra dei padroni, degli sfruttatori e dei fascisti assassini come Francisco Franco appunto.
L’intellettuale ha lo sguardo lungo e coglie nell’ apparente involucro democratico, una sostanziale fascistizzazione dell’ Europa.
D’altra parte le premesse ci sono tutte: dissolta l’ URSS, nel mondo ormai c’è solo una potenza egemone, gli Stati Uniti d’ America, che accentua il suo dominio; i lavoratori sono in una posizione di oggettiva debolezza: il precariato diffuso smorza qualsiasi tentativo di opporsi ai disegni padronali (solo in Italia i lavoratori precari sono ormai quattro/cinque milioni), ed è cosa nota che quando i lavoratori sono deboli nei luoghi di lavoro, è più facile l’affermarsi di un potere fascista.
Il fascismo non è un incidente di percorso della storia, esauritosi con la fine di Hitler e Mussolini, ma è nella natura stessa del capitalismo, e quando e dove ci sono le condizioni si ripresenta puntualmente, altrimenti i colonnelli della Grecia del 1967, la dittatura di Videla nell’Argentina del 1972 e il Cile di Pinochet del 1973, oltre agli altri regimi sanguinari del Sudamerica di quegli anni, non ci hanno insegnato nulla. E’ questo il punto cruciale, se i lavoratori precari in Italia e in Europa, non si ribellano alla loro condizione, costruendo alleanze e cercando sponde politiche affidabili, non solo il loro avvenire sarà sempre più oscuro, ma la democrazia stessa sarà in pericolo!
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