Alexis Tsipras (CC da Wikipedia)
Una manifestazione per una lotta comune per una nuova Europa democratica e sociale
La società italiana, i sindacati, le persone e particolarmente i giovani, hanno assoluta ragione di manifestare per difendere i loro diritti nei rapporti di lavoro.
L’Europa oggi si trova di fronte ad un bivio importante. Gli strumenti che l’Europa utilizza per affrontare la crisi economica si sono dimostrati disastrosi. L’austerità può aver “tolto dal fango” i banchieri, può aver aiutato i potenti ad assicurare i loro profitti futuri, ma ha scaricato sui popoli la disperazione. L’economia reale è intrappolata in un circuito di stagnazione e nuovi passaggi della crisi economica sembrano minacciare l’ eurozona.
Di fronte a questa strada senza uscita si sta formando un fronte che contesta, per il momento ancora timidamente, la ricetta dell’austerità. Cerca uno sbocco con altre proposte e un’altra politica. Mette come condizione per uscire dalla crisi la liberazione dei paesi europei dal cappio delle severe limitazioni nella finanza pubblica. Rivendica l’offerta di liquidità come strumento principale per far ripartire l’economia. E questa proposta, che non si esprime solo nei diversi luoghi di dibattiti e forum ma anche nei principali organi politici dell’Europa, è una proposta giusta.
Però, per chi far ripartire l’economia? Per far entrare il capitale in un nuovo ciclo di accumulazione di profitto? Per far rilanciare di nuovo i grandi affari del settore della finanza e del credito? Per far tornare il sorriso nei salotti di Davos? Chiunque dei milioni di persone che vogliono semplicemente vivere dignitosamente del proprio lavoro avrebbe ragione di chiedersi “è nel mio interesse tutto questo”?
Dobbiamo essere molto chiari: rispondere alla domanda tra “liquidità” o “austerità” è fondamentale per affrontare la crisi. Ma non basta. Altrettanto importante è anche la domanda “affrontare la crisi per chi”? Questo deve essere subito chiaro. Rivendicare dalla cancelliera Merkel l’allentamento delle politiche del fiscal compact offrendo in cambio l’abbassamento dei salari, il precariato e la demolizione dello stato sociale non è certo nell’interesse della società.
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